Dal Tiny Desk al mondo


La nuova era di Ca7riel & Paco Amoroso passa da Milano

Ca7riel & Paco Amoroso sono saliti sul palco con un’ atmosfera già carica e pronta ad esplodere. Il pubblico del Fabrique, pieno di folla, fitta fino all’uscita, sapeva di assistere a qualcosa di più di un concerto: l’inizio d’una nuova era per il duo argentino che, negli ultimi mesi, ha attraversato un periodo di svolta artistica e mediatica. Il punto di svolta è arrivato con il Tiny Desk Concert di NPR Music, pubblicato nell’ottobre 2024. Ca7riel & Paco Amoroso misero in scena un vero show, portando i loro brani più celebri, affiancati da una band stellare, fondendo il loro classico stile trap/pop con delle rivisitazioni in chiave jazz/funk conquistando milioni di visualizzazioni in poche settimane. La performance gli ha permesso di mostrarsi al mondo, trasformandoli da culto latinoamericano in fenomeno globale. Da lì in poi, tutto è cambiato. Il concerto di Milano ne è la prova tangibile: una celebrazione di quell’ascesa, ma anche il terreno su cui far germogliare il nuovo progetto, Papota, pubblicato a marzo 2025 e presentato in Europa proprio in queste settimane (conclusione di un tour mondiale iniziato a marzo 2025). Papota non è solo un EP. Un insieme di nove brani che uniscono in un unico disco il passato e il futuro di Ca7riel & Paco Amoroso. Da un lato ci sono le registrazioni live del Tiny Desk (le performance che li hanno fatti emergere) e dall’altro nuovi pezzi che mostrano la direzione del loro percorso artistico: più consapevole e più complesso. Nel titolo c’è tutto il loro spirito: un termine colloquiale, dialettale, che richiama il mondo di strada con un’ironia tagliente, quasi un gioco con la propria fama e con le regole, ormai ferree dell’industria musicale. Sul palco del Fabrique, quel materiale prende forma come un corpo. La varietà dei suoni (tra sperimentale,elettronica e groove latino) si traduce in un set incendiario: batteria, percussioni, chitarre distorte, synth mozzafiato, basso e fiati, si rincorrono in un vortice magistralmente arrangiato da i loro musicisti (membri del collettivo Uats). Le tracce di Papota diventano pretesto per improvvisare, deformare e ricreare. Non c’è mai un momento uguale all’altro. L’EP riflette anche la dualità che li definisce da sempre: il musicista e il performer, il corpo e il cervello. E se Baño María (il loro precedente album del 2024) ha rappresentato la loro prima vera dichiarazione d’identità, Papota è il disco della libertà, quello in cui il duo mostra di aver acquisito piena padronanza e consapevolezza delle loro capacità. Dal vivo, questo insieme di elementi esplode in pura energia collettiva, tra proiezioni psichedeliche e giochi di luci. Il pubblico milanese, facendosi trasportare dal duo argentino, ha trasformato il Fabrique in un caos piacevole. Questi due artisti sono riusciti a mantenere la loro autenticità anche nel salto verso la fama globale senza mai rinunciare a dire qualcosa di vero. Quando le luci del Fabrique si sono spente, c’è stata la sensazione di aver assistito a un momento storico, non solo per i due artisti, ma per l’idea stessa di quanto la direzione che sta prendendo la musica in questo periodo possa essere variegata. Quello che nasce in un quartiere di Buenos Aires e finisce al Fabrique, dopo un anno di concerti in giro per il mondo, è quel tanto che basta a far tremare e risuonare i muri di Milano per tutta la notte.

Nicolò de Biase 20.11.25